Rilevante intervento della Suprema Corte a Sezioni Unite volto a comporre un contrasto di orientamenti in tema di trattamenti chirurgici operati senza il preventivo consenso informato.
Il caso, sotteso alla pronuncia ,prende le mosse dall’annosa questione della responsabilità penale o meno del medico chirurgo che effettui un intervento senza il consenso del paziente benchè, in concreto, si sia avuto un esito fausto.
Nella specie un medico chirurgo era stato, comunque, condannato per i reati di lesioni dolose e violenza privata, di cui agli artt. 582 e 610 c.p., proprio sulla scorta del mancato consenso prestato dal paziente operato, a nulla rilevando la positiva riuscita della prestazione sanitaria.
Le Sezioni Unite, al contrario, con la sentenza n. 2437 del 18/12/2008, hanno ritenuto non antigiuridico il descritto contegno del sanitario qualora “pur senza aver previamente acquisito il consenso informato del paziente, nondimeno sottoponga quest’ultimo a un intervento chirurgico, semprechè tale atto risulti eseguito nel rispetto dei protocolli e delle leges artis e abbia avuto esito favorevole al malato”. (© Avv. Dario Avolio)
Il caso, sotteso alla pronuncia ,prende le mosse dall’annosa questione della responsabilità penale o meno del medico chirurgo che effettui un intervento senza il consenso del paziente benchè, in concreto, si sia avuto un esito fausto.
Nella specie un medico chirurgo era stato, comunque, condannato per i reati di lesioni dolose e violenza privata, di cui agli artt. 582 e 610 c.p., proprio sulla scorta del mancato consenso prestato dal paziente operato, a nulla rilevando la positiva riuscita della prestazione sanitaria.
Le Sezioni Unite, al contrario, con la sentenza n. 2437 del 18/12/2008, hanno ritenuto non antigiuridico il descritto contegno del sanitario qualora “pur senza aver previamente acquisito il consenso informato del paziente, nondimeno sottoponga quest’ultimo a un intervento chirurgico, semprechè tale atto risulti eseguito nel rispetto dei protocolli e delle leges artis e abbia avuto esito favorevole al malato”. (© Avv. Dario Avolio)