Nella recentissima sentenza n. 42498 del 1 dicembre scorso, i giudici della Suprema Corte hanno usato il pugno duro contro le soste selvagge, sempre più frequenti e pericolose soprattutto nelle grandi città.
In tale ottica hanno individuato una responsabilità per omicidio colposo in capo al soggetto che, lasciando il proprio veicolo in doppia fila, provochi un incidente mortale.
Il caso sotteso alla pronuncia prende le mosse da un sinistro mortale verificatosi tra un ciclomotore e un veicolo parcheggiato in doppia fila, con inevitabile ingombro dell’intera corsia di marcia.
Il Supremo Collegio ha ravvisato una responsabilità per omicidio colposo, ascrivibile al proprietario del veicolo, proprio in forza della sicura sussistenza del nesso causale tra la macchina lasciata in doppia fila, con lo sportello leggermente aperto e la morte dell’uomo che giungeva a bordo del suo ciclomotore.
In particolare gli ermellini hanno individuato in tale condotta tanto profili di colpa specifica (violazione artt. 157 comma 7 e 158 comma 2 lett. C del Codice della strada) quanto profili di colpa generica, ravvisabili nell’aver lasciato il mezzo in doppia fila con lo sportello leggermente aperto. (© Avv. Dario Avolio)