Con il passare del tempo la differenza tra convivenza di fatto e rapporto coniugale si sta sempre più assottigliando, con conseguente parificazione dei diritti e doveri.
In tale ottica paritaria la Cassazione, in una recentissima sentenza, ha ritenuto ammissibile l’integrazione del delitto di maltrattamenti in famiglia anche nel caso di una convivenza more uxorio.
Ciò in quanto, motivano i giudici, “il richiamo contenuto nell’art. 572 c.p. alla famiglia deve intendersi riferito ad ogni consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita siano sorti rapporti di assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo.”
Con tale massima la Suprema Corte ha quindi respinto il ricorso di un uomo, condannato per il citato delitto, il quale si era difeso assumendo che nel caso specifico non vi fosse una stabile relazione di convivenza ma una semplice coabitazione con la vittima.
La Suprema Corte, nel confermare la parificazione tra rapporto matrimoniale e convivenza di fatto, anche ai fini dell’integrazione della fattispecie in esame, ha ritenuto al contrario configurata una stabile convivenza di fatto, per gli elementi emersi dall’istruttoria dibattimentale, con conseguente conferma della condanna applicata e della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. (© Avv. Dario Avolio)