Rilevante intervento nomofilattico quello realizzato dalle Sezioni Unite del Supremo Collegio, con la sentenza n. 12243 del 27 maggio 2009.

Con la prefata decisione gli Ermellini hanno composto un contrasto in ordine alla valenza extrapenale o meno delle sentenze di non doversi procedere, perché il reato è estinto per prescrizione o amnistia.

In particolare la questione in oggetto prende le mosse dalla possibilità o meno di utilizzare tali formule assolutorie, a favore dell’imputato, nel giudizio civile promosso nei suoi confronti parallelamente o successivamente al procedimento penale.

La Cassazione a Sezioni Unite, definitivamente pronunciando sul punto, ha escluso tale possibilità motivando che “il giudice civile, pur tenendo conto di tutti gli elementi di prova acquisiti in sede penale e pur potendo ripercorrere lo stesso iter argomentativi del giudice penale e giungere, quindi, alle medesime conclusioni, deve tuttavia interamente e autonomamente rivalutare il fatto”. (© Avv. Dario Avolio)