I dati personali sono tutelati dall’omonimo codice, emanato con D.lgs. 30 giugno 2003 n. 196, che appresta le relative  tutele nelle diverse ipotesi di raccolta, elaborazione, conservazione e divulgazione delle notizie riservate riguardanti, tanto le persone fisiche, quanto quelle giuridiche.
Detto codice mira dunque ad evitare i danni che potrebbero derivare alla sfera privata di terzi dall’utilizzo improprio delle informazioni in loro possesso.
Dinanzi a tale utilizzo illecito la giurisprudenza più recente, suffragata da numerosi interventi del Supremo Collegio, prevede che i danni da illecito trattamento dei dati personali vadano risarciti ai sensi dell’art. 2050 c.c.
Il richiamo a tale previsione è teso a rafforzare la tutela del danneggiato poiché, trattandosi di un’ipotesi di responsabilità oggettiva, prescinde dalla dimostrazione della colpa nel caso specifico.
Pertanto il danneggiato avrà l’onere di provare unicamente il fatto lesivo, il danno subito e il relativo nesso causale mentre il danneggiante, per andare esente da responsabilità, dovrà necessariamente dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
In ipotesi di responsabilità accertata il Supremo Collegio ha recentemente confermato che il responsabile, in caso di condanna, sarà tenuto anche al risarcimento del danno non patrimoniale patito. (© Avv. Dario Avolio)