La Suprema Corte si è recentemente pronunciata sulla validità o meno di un verbale di contravvenzione notificato oltre i termini di legge a causa di un trasferimento di residenza del trasgressore, annotato tardivamente nell’archivio della Motorizzazione Civile per cause imputabili alla stessa.
Il caso sotteso alla pronuncia prende le mosse da un’opposizione presentata innanzi al Giudice di Pace di Monfalcone in cui un’automobilista contestava la validità della multa notificata oltre i 150 giorni previsti dalla legge poiché egli aveva prontamente comunicato il cambio di residenza, tanto al Comune, quanto alla Motorizzazione che aveva provveduto anche al rilascio della fascetta autoadesiva da apporre sulla carta di circolazione.
Proprio tale comportamento, privo di sbavature, portava il Giudice di Pace ad accogliere l’opposizione perché la tardiva annotazione del trasferimento di residenza non era imputabile all’automobilista ma solo ad errori e inefficienze della Pubblica Amministrazione.
Decisione quest’ultima confermata anche dalla Suprema Corte (sent. 928/2010) che ha rigettato il ricorso proposto motivando che “il termine di cui all’articolo richiamato dovesse decorrere dalla data dell’avvenuta identificazione del trasgressore anziché da quella risultante dai pubblici registri” e che “il tardivo aggiornamento di questi ultimi dipendente da inefficienza della Pubblica Amministrazione non può gravare sul diritto di difesa del cittadino che abbia invece comunicato tempestivamente il proprio cambio di residenza ex art. 247 reg. esec. C.d.S.” (© Avv. Dario Avolio)